L'Università di Bologna ha sempre avuto una rete informatica
molto sviluppata, tanto da essere tra i dieci maggiori Atenei
europei per volume di dati scambiati tramite mezzi elettronici.
Già nel 1995 l'avviamento delle prime sperimentazioni,
con l'inserimento di computer server come supporti didattici per
gli studenti: si tratta di esperienze in cui il computer funge
da mezzo didattico sussidiario: appunti, diapositive o riassunti
di lezioni on line per permettere un accesso differenziato ai
contenuti didattici. Ancora nulla, tuttavia, dal punto di vista
della didattica a distanza alternativa, o per meglio dire complementare,
a quella tradizionale. Ma quei primi tentativi di avvalersi delle
nuove tecnologie sono stati fecondi.
 http://sting.deis.unibo.it/virtue/ La home page del Corso di Dynamic System Identification della Facoltα di Ingegneria di Bologna, che lÆanno prossimo sarα svolto on line.
A partire dal prossimo Anno Accademico, nel contesto di un progetto
europeo chiamato Virtue (Virtual University for Europe), il professor
Roberto Guidorzi (docente di Teoria di Sistemi e Direttore del
Citam, Centro Interfacoltà per le Tecnologie Didattico-Educative
Teleaudiovisive "G. Marconi", dell'Università
di Bologna) sperimenterà una metodologia di didattica on
line per gli studenti del quinto anno della Facoltà di
Ingegneria che frequenteranno il Corso di Dynamic System Identification.
Un'esperienza che ha buone probabilità di interpretare
il ruolo di battistrada anche per altri Atenei, alla ricerca di
una felice sintesi tra servizi di telecomunicazione e servizi
di didattica agli studenti.
 Un esempio di sapiente (anche se un po' lento) utilizzo del Web
per l'insegnamento on line. Il documento di faq (Frequently Asked
Questions), in formato pdf, viene integrato da video che possono
essere ascoltati in tempo reale.
Ingegneri studiando a distanza
Il Corso di Dynamic System Identification, che interessa studenti
del quinto anno, è diretto all'acquisizione "di tecniche
di identificazione volte alla costruzione di modelli matematici
per processi dinamici". Si tratta di un corso estremamente
specialistico, che trova applicazione in molteplici settori: dalla
macroeconomia alla biologia, dalla meteorologia ai più
svariati processi industriali. Per fare un esempio, se partendo
da una serie di parametri si vuole stabilire quale sarà
la quotazione del giorno dopo di una determinata società
sulla Borsa, per dire, di New York, sarà possibile ottenere
il dato con un margine minimo di errore solo attraverso questo
tipo di modelli matematici, sviluppati per formalizzare i più
svariati processi dinamici.
 La pagina attraverso la quale lo studente partecipante al Corso
può contattare il suo tutor, inviandogli questioni o soluzioni
relative alle esercitazioni che ha svolto.
Il corso, quindi, è diretto all'acquisizione delle tecniche
che permettono di sviluppare e di avvalersi di tali modelli. Sviluppato
e messo sul Web interamente in lingua inglese, aspetto che ancora
una volta avvicina la formazione degli allievi alla realtà
che li attende, il corso sarà suddiviso in quattro moduli,
per una durata compresa tra le 30 e le 90 ore. Accessibile attraverso
un comune browser, permetterà di scaricare il materiale
didattico sia in formato Tex (l'editor di testi standard Unix)
e sia in quello pdf (Portable Document Format, uno dei più
universali formati di interscambio), per ottenere il massimo grado
di fedeltà riproduttiva delle sezioni su ogni tipo di monitor
e di piattaforma hardware.
Il corso sarà caratterizzato dalla presenza di un tutor
in grado di assistere l'allievo durante le varie fasi d'apprendimento,
rispondendo tempestivamente alle sue contingenti necessità.
Il tutor, tuttavia, si preoccuperà di prendere contatto
con l'allievo esclusivamente nel momento in cui quest'ultimo ne
faccia richiesta, senza quindi imporre a tutti coloro che sono
iscritti al corso un'organizzazione temporale dello studio lineare
e uniforme (quella, per intenderci, che avviene in ogni tradizionale
corso universitario, in cui i tempi sono scanditi dalla frequenza
delle lezioni, unico punto di contatto tra allievo e professore).
Inoltre, essendo il corso legato all'esigenza di affiancare alle
parti teoriche consistenti parti esercitative o di laboratorio,
che simulano quello che poi dovrà essere la capacità
di risoluzione dei problemi dell'allievo, verrà messo a
disposizione degli allievi un sofisticato laboratorio Java (un
ambiente di programmazione multipiattaforma molto utilizzato su
Internet) per mettere alla prova le nozioni acquisite.
Oltre l'unità di tempo e di luogo
Gli obiettivi della sperimentazione sono molteplici. Anzitutto
si tratta di verificare l'efficienza economica di questo tipo
di metodologia di insegnamento, nella convinzione che corsi di
questo tipo, benché seguiti da un numero modesto di allievi,
garnatiscano l'acquisizione di competenze altrimenti non raggiungibili.
Inoltre, di mettere alla prova l'ipotesi che, per mezzo di questa
metodologia, l'Università possa offrire anche all'esterno
la propria didattica: per esempio al mondo produttivo, sempre
più bisognoso di un sistema di formazione permanente. Infine,
incrementando l'interazione tra docenti e allievi, il corso dovrebbe
fornire al discente la possibilità di svolgere un ruolo
più attivo nell'apprendimento, trasformandolo da semplice
"destinatario" ad "autore" del proprio percorso
formativo.
Ma il corso si propone, soprattutto, di affidare il controllo
temporale dell'apprendimento alla capacità organizzativa
dell'allievo (facilitando, tra l'altro, l'accesso didattico ai
portatori di handicap, ma anche a coloro che si sentono penalizzati
da un approccio lineare alle lezioni), infrangendo, come sostiene
il professor Guidorzi, "il dogma dell'unicità di tempo
e di luogo dal quale la didattica tradizionale non può
prescindere […]. L'evoluzione temporale del percorso di apprendimento
passa sotto il controllo dell'allievo che può così
renderlo compatibile con il contesto sociale (impegni di lavoro,
familiari e così via) nel quale si trova inserito".
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